Durante il periodo di lockdown dovuto all’emergenza sanitaria da Covid-19, le abitudini dei cittadini di tutto il mondo sono cambiate notevolmente.
Dall’ambiente di lavoro, con tutte le sue relazioni ai rapporti interpersonali costretti inevitabilmente a rivoluzionarsi attraverso l’uso di video-call e social media.
Si è parlato abbondantemente di quanto la concezione lavorativa dello smart-working abbia permesso di sviluppare un rapporto più “casalingo” tra colleghi.
Recentemente anche il mondo dello shopping sta ridefinendo le modalità di acquisto, proponendo servizi sempre più all’avanguardia e connessi con l’utilizzo della realtà virtuale.
Questa tecnologia, per definizione “simula la realtà effettiva” attraverso l’utilizzo di speciali interfacce è possibile navigare in ambientazioni realistiche, non reali, interagendo contestualmente con gli oggetti, in questo caso si parla di realtà mista.
E’ evidente che il campo applicativo di tale tecnologia è vasto e va dai videogiochi alla chirurgia.
La realtà virtuale utilizza dei gadget che permettono all’utente di immergersi in questa esperienza, si parla di visori, guanti, auricolari e via discorrendo. L’applicazione di questa tecnologia si basa sui concetti di presenza e immersione, la prima riguarda il livello di realismo percepito dall’utente durante l’esperienza virtuale, mentre il secondo riguarda il livello di coinvolgimento dei sensi isolandoli dal contesto reale, per intendersi è ciò che accade nel mondo onirico.
Un’eccessiva immersione può provocare effetti collaterali simili al mal di mare.
Oltre alle reazioni fisiche, è possibile che alcuni soggetti sviluppino una specie di sovraesposizione, potenzialmente dannosa in termini di distacco dalla realtà e rifugio in un mondo illusorio.
La rivoluzione che questa tecnologia porta con sé è in crescita esponenziale, sicuramente non sostituisce il contatto umano ma nel tempo si rivelerà sempre più uno strumento amico della medicina, della salvaguardia ambientale e anche un modo per semplificare gli acquisti accorciando le distanze.
Secondo un’indagine pubblicata da statista.com, nel 2019 in Italia gli investimenti per la VR ammontavano a 16 milioni di euro, per il 2020 si prevede una crescita continua fino a raggiungere un valore di mercato di 61 milioni di euro.