In Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia dalla mezzanotte di venerdì 13 novembre fino al 3 dicembre entreranno in vigore delle ulteriori restrizioni anti Covid-19. I presidenti delle tre regioni, che rimangono classificate come zone gialle (qui, la spiegazione di cosa vuol dire) a rischio di contagio moderato, hanno annunciato di aver firmato nuove ordinanze in tal senso di concerto col ministro della Salute Roberto Speranza il 12 novembre.
(foto: Fabio Cimaglia / LaPresse)
La decisione congiunta di aumentare le regole anti assembramento è stata presa per tenere sotto controllo la curva epidemiologica ed evitare possibili cambi di colore da parte del governo nei prossimi giorni. Proprio il 13 novembre, infatti, si dovrebbero ottenere i risultati delle ispezioni locali dei tecnici sanitari del ministero della Salute, che determineranno alcune possibili riclassificazioni delle regioni fra le diverse zone colorate a seconda del rischio di infezione da coronavirus (prima fra tutte, la Campania).
Le nuove misure anti-assembramento
Le tre nuove ordinanze regionali sono “sostanzialmente identiche, tranne qualche passaggio di forma”, ha detto il presidente del Friuli Massimiliano Fedriga nel video in diretta su Facebook in cui ha spiegato il contenuto del nuovo provvedimento. La prima misura condivisa da Emilia-Romagna, Veneto e Friuli è l’obbligo della mascherina in qualsiasi momento, anche all’aperto, da quando si esce di casa fino a quando non si rientra.
Nelle scuole primarie e secondarie di secondo grado vengono sospese le lezioni di ginnastica, di canto e con strumenti a fiato, considerate a rischio elevato finché non si riceveranno ulteriori indicazioni dal Comitato tecnico scientifico (Cts) nazionale. Oltre agli ambiti già normati dal dpcm, tutte le restanti attività di formazione dovranno essere svolte a distanza (come corsi di lingua, di teatro, fotografia e simili).
Nei giorni festivi come la domenica, entra in vigore l’obbligo di chiusura per tutte le attività di vendita al dettaglio; i ristoranti potranno rimanere aperti, tuttavia, con gli orari stabiliti dall’ultimo dpcm del 3 novembre. La consumazione di alimenti e bevande sarà sempre vietata in area pubblica o aperta al pubblico, mentre dalle ore 15 alle 18 potrà avvenire seduti al tavolo (fuori e dentro) i locali. La vendita con consegna a domicilio è invece sempre consentita e viene “fortemente raccomandata”. Ribadito anche l’obbligo di chiusura nei giorni prefestivi e festivi di medi e grandi centri commerciali, ad eccezione di generi alimentari, farmacie e parafarmacie, tabaccherie ed edicole.
All’interno dei negozi e in qualsiasi esercizio di vendita, potrà entrare un solo componente per nucleo familiare, fatta salva la necessità di accompagnare persone con difficoltà o minori di 14 anni. Nelle ordinanze di Veneto e Friuli Venezia Giulia, inoltre, è stata inserita come raccomandazione per la media e grande distribuzione commerciale di preferire l’ingresso dei clienti over 65 nelle prime due ore di apertura della giornata. Inoltre, niente mercati in area pubblica o privata, anche quelli comunali settimanali, a meno che non vi siano Piani dei Comuni che prevedano regole specifiche (il sito della Regione Emilia-Romagna, ad esempio, parla di perimetrazione, varchi di accesso e uscita distinti, sorveglianza pubblica e privata sull’applicazione delle regole di distanziamento e sicurezza).
L’attività sportiva e motoria dovrà avvenire preferibilmente nelle aree verdi e periferiche, rispettando sempre la distanza di sicurezza interpersonale di almeno 1 metro (2 metri per l’attività sportiva vera e propria), poiché non si potrà più svolgere nei centri storici delle città e nelle aree affollate (come vie e piazze, lungomare). Spetterà eventualmente ai sindaci fissare ulteriori specifiche limitazioni. Non è previsto alcun blocco della mobilità tra comuni.