
Le startup che sviluppano soluzioni innovative in ambiti come biotecnologie, scienze della vita e sanità digitale hanno un nuovo attore a cui guardare nell’ambito del venture capital, che dispone di un capitale per investimenti di 300 milioni di euro.
Si tratta di Angelini Ventures: la società che ha sede a Roma investirà, come da annunci, in Europa, Nord America e Israele, con particolare attenzione alla salute del cervello (sistema nervoso centrale ma anche salute mentale, ndr) e a quei segmenti di mercato che interessano donne, bambini e persone della terza età.
Researcher with glass laboratory chemical test tubes with liquid for analytical , medical, pharmaceutical and scientific research concept.KRISANA - STOCK.ADOBE.COM - Fonte Wired
Angelini Industries ha presentato ufficialmente lo scorso 19 ottobre la società internazionale di venture capital destinata a investire in imprese innovative al lavoro per avere un impatto positivo sulla vita di milioni di persone nel mondo e per innovare i modelli sanitari esistenti.
Alla guida della società l’esperto in investimenti in ambito farmaceutico Paolo Di Giorgio, alle spalle una lunga esperienza che lo ha già visto al lavoro per il gruppo multibusiness italiano (in Angelini Pharma, dove ha ricoperto la carica di head of external innovation R&D). Come spiegato da Di Giorgio, la società di venture capitale "rappresenta una milestone fondamentale nel percorso di innovazione di Angelini Industries in ambito sanitario. Stiamo costruendo un’infrastruttura solida per sviluppare e per investire in nuove idee, collaborazioni e tecnologie. Attraverso Angelini Ventures gli imprenditori collaboreranno con esperti in materia che comprendono a fondo le sfide del settore sanitario e i bisogni in evoluzione di pazienti e consumatori”.
La giovane società di venture capital ha già pianificato investimenti internazionali per 60 milioni di euro e nel suo portafoglio attuale figurano Argobio, “startup studio” del settore biotech con sede a Parigi, Angelini Lumira Biosciences Fund, fondo nordamericano che investe in start up e Pretzel Therapeutics, società di Boston che sviluppa terapie mitocondriali.
Il lancio di Angelini Ventures, e il suo focus sull’innovazione, rappresentano un nuovo capitolo nella lunga storia del gruppo multinazionale che, partito da Ancona nel 1919, opera attualmente in ventuno paesi e impiega oltre 5mila dipendenti. Per il gruppo è si tratta di una prima volta in questo segmento di business, un ambito, quello del venture capital che investe in biotech e salute, dove non mancano protagonisti importanti e molto affermati su scala globale.
Anche in quest’ottica, sarà quindi decisivo l’apporto del team fondatore, che annovera personalità con esperienze internazionali, ma anche l’advisory board di manager che guiderà la strategia di Angelini Ventures e che annovera esperti di settori. Come indicato anche dall’ad di Angelini Industries, Sergio Marullo di Condojanni, la missione di "sarà quella di investire a livello internazionale su idee, opportunità e progetti ad alto potenziale, che utilizzino la tecnologia per trasformare il futuro dell’ecosistema sanitario globale”.
Per orientare i suoi investimenti, il gruppo potrà contare anche su una posizione privilegiata nell’osservazione dei bisogni di consumatori, operando non solo nel settore pharma ma in diversi altri: i bisogni da intercettare non sono solo quelli, pur fondamentali, legati alla cura delle patologie ma anche tutti quelli che si basano su servizi di salute che influiscono su stili e prassi di vita, come sottolineato da Marullo di Condojanni in un’intervista a Class Cnbc.
Creare, supportare e investire in startup è l’obiettivo primario di Angelini Ventures ma, oltre ai ritorni finanziari, Angelini Industries guarda anche ai ritorni strategici in quanto Ventures punta a rappresentare un nuovo pillar di sviluppo industriale e di business, secondo il manager. Gli investimenti in Europa, Nord America e Israele rimarcano le ambizioni internazionali ma la società è nella Capitale e punta anche a valorizzare al meglio quelle iniziative italiane che rischiano di non arrivare al mercato pur avendo una base forte dal punto di vista accademico e di laboratorio.
Fonte: Wired