Slitta l’accordo tra Autostrade e Cdp, oggi l’inaugurazione del nuovo ponte a Genova

La scadenza fissata per la firma dell’accordo tra Atlantia e Cdp slitta ancora, oggi 3 agosto verrà inaugurato il nuovo ponte di Genova firmato da Renzo Piano e sarà presente il capo di Stato Sergio Mattarella.

Formalmente, dunque, Autostrade è ancora all’ 88% di proprietà di Atlantia, e le verrà riconsegnato il ponte San Giorgio dalla commissione.

Tuttavia, anche se la firma con Cassa Depositi per il passaggio a socio di controllo non rispetta i termini di scadenza politici, Atlantia si prepara alla diminuzione delle sue quote societarie.

Durante lo scorso fine settimana i tecnici dell’Authority dei Trasporti hanno valutato gli elementi portanti da inserire in un nuovo documento, aggiuntivo, da allegare alla Convenzione.

Il Governo attua una scaltra misura di copertura politica, lasciando aleggiare il fantasma della revoca, in modo tale da evitare che il ponte possa ritornare ancora nelle mani dei Benetton.

Nel corso della prossima settimana dovrebbe esserci anche la firma del memorandum sia tra Aspi e Cdp che Atlantia, successivamente ai rispettivi consigli.

Nonostante le condizioni e i tariffari siano ancora troppi e perlopiù confusi, gli accordi dovrebbero prevedere un aumento di capitale riservato alla Cassa, una vendita diretta del 22% di Aspi a investitori selezionati da Cdp e, soltanto in un secondo momento potrà avvenire la scissione e la quotazione in Borsa.

Teoricamente, i Benetton alla fine di questo processo dovrebbero detenere l’11% del gestore ed eventualmente decidere di vendere la suddetta quota sul mercato.


A due anni dal crollo del ponte Morandi i danni al tessuto economico di Genova, si mostrano nella loro interezza: oltre 134 imprese sono state costrette a chiudere definitivamente nei successivi 20 mesi.

A questo danno si sono aggiunti anche gli effetti del Covid facendo chiudere in negativo, con una perdita di oltre 420 milioni di euro.

Questi i danni calcolati per il solo effetto del crollo sull’autotrasporto.

Autostrade per l’Italia si è impegnata a rimborsare soltanto 3 delle imprese che hanno subito danni diretti per la loro vicinanza al viadotto, ma afferma di aver investito diverse decine di milioni di euro a supporto di artigiani, commercianti e piccole imprese; indirizzandoli a danni diretti e indiretti e dunque sia per i macchinari che per le spese di delocalizzazione.

Dunque, dal punto di vista giudiziario la responsabilità penale tanto quanto quella civile resta imputata ai Benetton, per quanto riguarda quella politica il discorso è differente: i 3,4 miliardi di euro da risarcire proverranno da un finanziamento, dei quali un miliardo è stato assicurato da Cdp.

Vi è dunque un cavillo importante da sciogliere.

Se il controllo di Aspi passa sotto quello di Cdp, anche il bilancio dovrebbe essere compreso, e in questo potrebbe rientrare anche il debito dei 3,4 miliardi di risarcimento; questo in fin dei conti impatterebbe indirettamente sulla famiglia Benetton.


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