Come il referendum e le regionali influiranno sul futuro dei leader di maggioranza e opposizione

Il 20 e 21 settembre rappresenteranno un vero spartiacque politico in stile election day, un tour elettorale che cambierà le sorti della politica.

Il Premier Conte dopo un primo tentativo mirato a favorire l’accordo PD- M5S si è fatto da parte, cercando in prima istanza di far progredire gli accordi per il Recovery Fund.

Un mantello di protezione che contemporaneamente manda un messaggio d’allarme: se si dovesse andare verso una crisi di Governo l’accordo risulterebbe fortemente minato.

Zingaretti, segretario del PD sarebbe colui che ne risentirebbe maggiormente: qualora l’accordo siglato pochi giorni fa con Conte dovesse registrare una sconfitta sia in Puglia e marche che in Toscana, sarebbe il primo a dover rassegnare le dimissioni.

In caso contrario potrebbe mantenere la sua posizione o ancor più salire al Governo.

La controparte, Salvini, punta tutto sulla vittoria in Toscana che garantirebbe la sua vittoria contro Zaia, dopo essere stato superato anche da Giorgia Meloni.

Nello scorso anno la posizione di Salvini è andata via via decadendo anche a causa di quei comportamenti poco consoni, ora in campagna ha ritenuto lungimirante non ripetere gli stessi errori del passato.

Sicuri che il tono pacato degli ultimi tempi cambierà in caso di vittoria.

I nodi principali risultano essere l’approvazione di Conte bis e le inchieste da parte della Magistratura di Milano.

Renzi punta sulla vittoria di Giani in Toscana e Ivan Scalfarotto in Puglia, presentato per contribuire alla sconfitta dell’ uscente PD Emiliano.

Meloni punta a rafforzare la sua immagine al sud e a portare il Centrodestra ad essere primo partito.

Colui che sembra aver meno da perdere è Luigi Di Maio, puntando tutto sulla vittoria al Referendum per il taglio dei parlamentari. Se dovesse vincere il No, si è quasi certi del fatto che il M5S imputerà la perdita al PD.

Berlusconi invece, vuole continuare a giocare da solo, rifiutando un surclassamento da parte di Salvini o della Meloni, concentrandosi sul Mes e sulla legge elettorale.

Conscio di necessitare di un sistema proporzionale.


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