Un miliardo di dollari per sostenere la visione di lungo termine del “metaverso” di Epic Games: così la casa di produzione nota per il successo planetario di Fortnite ha annunciato l’ultimo finanziamento raccolto dagli investitori, tra cui Sony. La multinazionale giapponese ha investito 200 milioni di dollari nell’azienda guidata e fondata da Tim Sweeney, la cui valutazione è ora salita a 28,7 miliardi di dollari, in aumento del 66% rispetto allo scorso agosto. Allora, il precedente round aveva consegnato 1,7 miliardi di dollari alle casse di Epic Games, di cui 250 milioni da Sony.
(Foto: Epic Games)
L’azienda punta su una diversificata strategia di impresa: “L’investimento aiuterà ad accelerare il nostro lavoro sulla costruzione di esperienze sociali connesse in
Fortnite, Rocket League e Fall Guys, dando maggiori strumenti agli sviluppatori e creator con Unreal Engine, Epic Online Services e l’Epic Store”, ha spiegato Sweeney.
Il motore di gioco Unreal, per esempio, è stato utilizzato in diversi videogame e per l’industria cinematografica, ma la più grande scommessa è il cosiddetto “metaverso”, un mondo virtuale e immersivo costruito in maniera collaborativa dagli stessi utenti, ben oltre il semplice gaming, su cui anche
Microsoft e
Roblox vogliono scommettere.
“Sarà una sorta di
social media 3D in tempo reale in cui, invece di scambiarsi messaggi e immagini in modo asincrono, si interagisce insieme in un mondo virtuale, condividendo esperienze di gioco o sociali”, ha spiegato in un’
intervista lo stesso Sweeney che ha ottenuto il sostegno di investitori come
Blackrock, Kkr, Altimeter, Luxor, che hanno finanziato Epic Games. Un anno fa, per esempio, il rapper
Travis Scott ha tenuto un concerto virtuale live, al quale hanno assistito in contemporanea 12,3 milioni di giocatori su Fortnite.
Ma Sweeney immagina anche un modello economico del nuovo mondo: “L’altro elemento critico del Metaverso è che non è costruito solo da una mega società, ma sarà il frutto del lavoro creativo di milioni di persone, un mezzo fortemente partecipativo come non si è ancora visto”. Una piattaforma aperta “più grande di qualsiasi azienda”, in cui “i migliori creatori possano avere successo, trarre profitto dal loro lavoro e far crescere le attività intorno ad esso”. Un modello contrapposto a quello “chiuso” di aziende come Facebook (“artificiale”) o ibrido di YouTube, che riserva una limitata parte dei profitti ai creator.
Epic Games è in causa contro Apple e Google, alle quali chiede di accettare servizi di pagamento terzi su Play ed Apple Store, da dove Fortnite
è stato ritirato. I due colossi hanno ridotto le commissioni di pagamento per gli sviluppatori, dal 30 al 15% sugli acquisti degli utenti, in base a determinate soglie di guadagno, ma la causa legale va avanti. Il mese prossimo Epic Games sarà in tribunale nel processo antitrust contro Cupertino.