ICO e Crowdfunding a sostegno di nuove idee

Le Initial Coin Offering solitamente utilizzate dalle startup per evitare di ricorrere ai regolamentati e molto lunghi processi di raccolta fondi richiesti da banche e istituti di credito, hanno molti aspetti in comune sia con le IPO che con il Crowdfunding.

Esattamente come in una IPO, durante una ICO una percentuale della compagnia viene venduta per il finanziamento del progetto in esame. Ma, mentre in IPO interagisce con gli investitori, ad una ICO partecipano dei sostenitori esattamente come accade nel Crowdfunding.

La differenza è che i sostenitori che partecipano ad un progetto con una ICO, vi partecipano poich motivati dall’aspettativa di un futuro ritorno sull’investimento.

Chi partecipa ad una campagna di Crowdfunding, solitamente non ha aspettative di ritorno economico se non la realizzazione del prodotto stesso.

CrowdFundMe è la prima società di Fintech approdata a Piazza Affari, un successo per una startup autofinanziata che arriva ad essere quotata in borsa.

CrowdFundMe si avvale di un metodo di raccolta fondi online, anche detto Crowdinvesting, mira a finanziare alcune specifiche categorie d’impresa e lo fa attraverso piattaforme online autorizzati dalla Consob.

Per garantire l’integrità gli operatori del portale devono essere necessariamente approvati e iscritti al registro della consob appositamente istituito.

Dunque la novità sostanziale è che le ICO si basano sull’emissione di token o coin digitali, una volta emesse, queste valute virtuali possono essere acquistate o vendute su una piattaforma di scambio o exchange, queste piattaforme permettono di utilizzare anche valute Fiat, ovvero denaro a corso legale.


Le piattaforme di scambio su cui si acquistano e vendono valute digitali non sono attualmente regolamentate, quindi non è prevista una tutela legale specifica in caso di contenzioso o fallimento, dunque l’accettazione è su base volontaria.


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