Il Governo ottiene la fiducia del Senato sul dl Imprese

La decisione di porre la fiducia sul testo ha suscitato nei giorni scorsi la polemiche delle opposizioni, che hanno lamentato la "strozzatura" del dibattito con il "governo che va avanti a fiducie e resta sordo alle proposte delle opposizioni". Dunque, le forze di centrodestra hanno chiesto all’esecutivo che "almeno sul decreto rilancio non venga messa la fiducia". L’iter parlamentare è cominciato alla Camera, dove la fiducia è stata approvata il 26 maggio con 310 sì.

Il decreto che contiene i prestiti bancari garantiti dallo Stato per le aziende che hanno subito danni economici da Covid 19 è stato ritoccato dalle Commissioni Finanza e Attività Prodittive. Tra gli emendamenti approvati dalle Commissioni c’è l’aumento da 24 a 36 mesi della durata del preammortamento di cui potranno avvalersi le imprese sui prestiti, non superiori a 6 anni, rilasciati con garanzia Sace entro il 31 dicembre 2020. Si tratterebbe dunque di cominciare a ripagare i finanziamenti a tre anni dalla loro erogazione. Approvata inoltre l’estensione della garanzia statale staccata dalla controllata di Cdp ai finanziamenti concessi per il pagamento di canoni di locazione, di affitto di azienda o di ramo d’azienda.

Un’altra modifica specifica che le imprese che hanno sede nei paradisi fiscali extra Ue non potranno accedere ai finanziamenti con garanzia Sace. La norma prevede che siano escluse dalle garanzie pubbliche per i finanziamenti "le società che controllano direttamente o indirettamente una società residente in un Paese o in un territorio non cooperativo a fini fiscali, ovvero che sia controllata, direttamente o indirettamente da una società residente in un Paese o in un territorio non cooperativo a fini fiscali". La disposizione non si applica "se la società dimostra che il soggetto non residente svolge un’attività economica effettiva, mediante l’impiego di personale, attrezzature, attivi e locali".

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